“Custodire” il leit motiv della Festa dell’Azione Cattolica

“L’Azione Cattolica Italiana è stata capace di formare uomini e donne in grado di riconoscere che Gesù ha la forza di dare il vino dell’allegrezza. Riappropriamoci della presenza della Vergine Maria e di Gesù nella Chiesa, fonti di pienezza e felicità”. Ad affermarlo durante l’omelia, l’Arcivescovo Corrado Lorefice in occasione della celebrazione Eucaristica che si è svolta in Cattedrale per il 150° anniversario della costituzione dell’Azione Cattolica Italiana.

Alla celebrazione Eucaristica hanno preso parte anche mons. Calogero Peri, arcivescovo di Caltagirone, mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale e mons. Giorgio Demetrio Gallaro, Eparca di Piana degli Albanesi. Durante l’offertorio, all’altare, sono state portate le bandiere, lo statuto e il progetto formativo dell’Azione Cattolica italiana per ricordare come, ancora oggi, i verbi «formare» e «custodire» continuino ad essere declinati al presente ma soprattutto al futuro nel solco dei 150 anni dell’associazione.

“Siamo qui – ha detto il presidente nazionale Matteo Truffelli – per ricordare i nostri 150 anni e non c’è miglior modo per farlo se non ritrovarci con le storie, ognuna delle quali diversa dalle altre, del nostro popolo formato da varie generazioni. Festeggiare oggi nella festa della Repubblica è ancora più importante per rinnovare le motivazioni del nostro stare insieme. L’Azione Cattolica italiana è riuscita a tenere unito il nostro Paese e queste celebrazioni non devono essere messe dietro una vetrina ma la nostra missione dovrà essere portata avanti, giorno dopo giorno, da chi è chiamato a farlo. Affidiamo la nostra associazione alla Vergine Maria”.

I festeggiamenti della più antica associazione cattolica-laicale d’Italia si sono svolti nel sagrato della Cattedrale dove sono convenuti migliaia di aderenti in un clima di gioia e serenità, tra magliette gialle e blu, palloncini, musica, chitarre tra le braccia e torte a più piani con al vertice quel numero, 150, che raccontano di una storia lunga ma in continua evoluzione, sono arrivate più di 3 mila persone da tutte le 18 diocesi siciliane.

“Il verbo che abbiamo usato quest’anno è custodire. Per essere sempre veri e autentici nel nostro operare – ha detto il presidente diocesano di Palermo Giuseppe Bellanti – l’azione Cattolica mette al centro uno dei compiti più importanti della Chiesa e dell’Azione Cattolica: coinvolgere la popolazione giovanile”.