I giovani della Parrocchia Santa Maria di Gesù di Palermo rispondono alla Lettera ai giovani dell’Arcivescovo

Palermo, 10 Gennaio 2020

Carissimo Padre don Corrado,

          felici di averLa con noi in occasione dell’inaugurazione del mandato di parroco di fra Lorenzo. Il gruppo giovani Le fa dono di questa lettera, in risposta alla Sua lettera di inizio anno pastorale scritta ai giovani.

Grati per quanto ha voluto condividere con noi, durante i nostri incontri settimanali abbiamo letto e approfondito le Sue parole, soprattutto attraverso 5 domande che il nostro parroco ha estrapolato per una nostra maggiore riflessione.

Le domande sono state:

  1. Don Corrado giovane, dice di aver incontrato Gesù… come pensi di darti da fare per incontrarLo anche tu? Offri due indicazioni che dipendono da te.
  1. Per Don Corrado giovane, ci sono stati dei testimoni credibili che gli hanno offerto un filo diretto per arrivare a Gesù; chi sono per te questi mediatori? Come poter essere tu mediatore per gli altri?
  2. Che senso dai all’invito di Don Corrado di occuparti di politica?
  3. Offri due proposte per come rileggere e riscoprire il Vangelo.
  4. Offri due proposte per come rileggere e riscoprire l’Eucaristia.

Premettendo che non è stato facile per noi rispondere, poiché consapevoli di una fede ancora debole e prematura, vogliamo provare a condividere con Lei quanto emerso in un lavoro prima personale e poi di gruppo.

Innanzitutto pensiamo che il filo diretto che ci permette di incontrare Gesù sia la preghiera, soprattutto quella spontanea, racchiudendo in essa i nostri pensieri, aspettative, gioie, dolori, rabbia; un altro modo per incontrarLo è per noi leggere la Bibbia, cercando di rileggerla nella nostra vita, in modo particolare sforzandoci di vivere il Vangelo; questo ci ha spinto a vedere un ‘altra via d’incontro, ovvero l’aiuto verso il prossimo, ricordando per l’appunto le parole di Gesù: “Se farete qualcosa a questi miei fratelli più piccoli l’avrete fatta a me” , attuando le opere di carità, certi tuttavia che questo sia un compito difficile, in quanto è più facile pensare prima a se stessi che agli altri.

Siamo certi che il nostro cammino di fede sia ancora molto lungo, riconosciamo che i nostri mediatori principali sono i nostri genitori, che sin dalla nostra nascita hanno mosso i nostri passi verso Gesù. Crescendo, però, pensando di aver imparato a camminare da soli è facile, in questa società, lasciare il sentiero “certo” su cui ti trovi per intraprenderne altri apparentemente più allettanti, ma che in realtà lo sono di meno. Andare a messa, fare attività in parrocchia diventano quindi gli ultimi dei tuoi pensieri.

Ma succede sempre di incontrare qualcuno, che, poi nel tempo, riconosci essere stato ‘tuo mediatore: un amico che fa un cammino in chiesa e ti invita ad andare agli incontri dei giovani; un sacerdote che col suo modo di fare coinvolgente ti stimola a dargli una mano col Grest o ti coinvolge nelle attività parrocchiali; un insegnante che scopri essere un buon consigliere oltre la realtà della scuola; la musica con le canzoni, in cui scopri e senti la presenza di Dio (un esempio You say di Lauren Daigle). Allo stesso tempo allora, riscoprendo un cammino di fede che ti fa stare bene, che ti permette di passare del tempo con amici e persone che ti vogliono bene, cerchi a tua volta di essere mediatore per qualcun altro, invitandolo a partecipare a sua volta agli incontri in parrocchia o a qualche attività di gruppo, (cineforum, agape, ritiro).

Essendo giovani di una fascia di età che va dai 14 ai 21 anni, non tutti ci sentiamo coinvolti ad interessarci di politica, anche perché si pensa che il nostro compito sia solo il voto alle urne, al quale siamo chiamati una volta maggiorenni. Ma siamo convinti che è proprio questo diritto al voto che deve diventare la chiave fondamentale per occuparci di politica, perché se ci definiamo cristiani dobbiamo essere fedeli al nostro credo e cercare in chi ci governa, colui che sia coerente con i nostri ideali. Dal dialogo avuto durante l’incontro, abbiamo ad esempio affrontato la tematica dell’immigrazione e di come non sia per niente consono al nostro credo non soccorrere i migranti in mare o non dare loro l’aiuto necessario per la sopravvivenza e per la realizzazione di un futuro migliore. E emerso dunque che l’invito ad occuparci di politica deve essere racchiuso in una singola parola: coerenza.

Coerenza che non può essere alimentata se non viviamo a pieno due punti essenziali della nostra vita cristiana: il Vangelo e l’Eucaristia. Ovviamente leggere il Vangelo come si possa leggere un articolo di giornale o una notizia di gossip, non può portare nessun frutto nella nostra vita. Rileggerlo, dunque, deve portare concretezza, cercando di vivere nel quotidiano quanto il Signore ci dice. Come già detto non è facile attuarlo, ma di certo chi ci incontra e non è credente, deve vedere in noi la bellezza di fare qualcosa per l’altro senza volere niente in cambio. Lo stesso possiamo dire in merito all’Eucaristia, in cui riceviamo il Corpo e il Sangue di Cristo e se non crediamo fedelmente in questo mistero-presenza, diventa difficile per noi stessi trasmettere agli altri la bellezza di questo incontro con il Signore. RiceverLo la Domenica a Messa ci dona serenità, allontana le nostre paure e ci permette di affrontare con maggiore forza la settimana.

Molte volte ci capita di avere dubbi spinti dalla nostra debolezza umana, credere che nell’ostia, in quel pezzetto di pane ci sia veramente il Corpo di Cristo e che sia Essa stessa a donarci la vita eterna, diventa difficile da credere fermamente, siamo tutti un po’ come San Tommaso, “se non vedo non credo”; ma basta accostarsi all’Eucaristia ed ogni dubbio svanisce, come se il Signore stesso ti dica “Non temere, sono davvero Io”. A riscoprire queste due meraviglie che il Signore ci ha lasciato, la Sua Parola e il Suo Corpo, possono aiutarci di certo i Santi, testimoni di una fede salda e che possono rafforzare di certo la nostra.

RingraziandoLa per la pazienza che ha avuto nel leggere questo nostro lavoro, La abbracciamo calorosamente e Le diciamo che anche noi Le vogliamo bene.

Con affetto,

i Giovani di Santa Maria di Gesù