Statuto, presentata la Magna Charta della Caritas diocesana

“La messa Crismale è Epifania della Chiesa palermitana. Ad affermarlo stamani l’Arcivescovo, mons. Corrado Lorefice, nel corso della Messa Crismale alla presenza di un grande numero di sacerdoti, diaconi e fedeli che hanno affollato la Cattedrale. “Sento stamattina qui, accanto a voi, tutta l’intimità e la bellezza – ha aggiunto – di un incontro familiare attorno alla Tavola di Gesù, alla Mensa eucaristica e all’Altare della sua estrema donazione. Sento la Sua presenza in mezzo a noi che ci sostiene e ci dà forza”.

Dopo la benedizione degli olii santi, quello degli infermi, dei catecumeni e il Sacro Crisma, durante la consacrazione, il Presule ha consacrato le ostie prodotte e confezionate nel laboratorio del carcere Pagliarelli da sei detenute che partecipano al “Progetto pane spezzato” nato da una idea di fra Loris D’Alessandro e che si avvale della collaborazione dell’Azione Cattolica diocesana.

Al termine della celebrazione è stato consegnato al vicario generale, mons. Giuseppe Oliveri, ai vicari episcopali, al pro direttore della Caritas fra Pino Noto con il consiglio direttivo e a tutti i fedeli il nuovo Statuto della Caritas diocesana di Palermo, una vera e propria carta pastorale, che da oggi in poi rappresenterà la Magna carta della carità a Palermo.

Il nuovo documento, consegnato a tutta la Chiesa Palermitana, vuole offrire e consegnare un volto di una Chiesa povera, dei poveri e per i poveri. Aspirare ad una Chiesa povera per i poveri non significa altro per la Caritas che tornare al Vangelo, allo stile di Gesù, al suo modo di essere e di relazionarsi con i piccoli della terra.

“Ho deciso di consegnare a tutti voi, lo Statuto e Carta pastorale della Caritas – ha concluso mons. Lorefice – per dire e dirci con chiarezza che Caritas non vuol dire “un settore dell’attività pastorale dedicato alla cura di coloro che sono nel disagio”. La Caritas è un segno, un fermento evangelico, che ci riguarda tutti: il segno di una Chiesa interpellata dal suo Signore, chiamata ad annunziarlo sulla via di Cristo, «tra povertà e persecuzioni» (LG 8, 3), e che sceglie di farsi ricordare ogni giorno il senso stesso del suo essere, per rimanere – come ci ricorda opportunamente lo Statuto e Carta pastorale della Caritas – «Chiesa “santa”, al passo del suo Signore e Maestro: una Chiesa-ponte, senza barriere, dei poveri e per i poveri; una Chiesa “sentinella” che, nei crocevia della storia, annuncia il regno di Dio, invocandolo insieme ai poveri che raggiungono le nostre terre e ai nostri giovani spesso costretti a lasciarle per trovare lavoro e casa; una Chiesa che si impegna ogni giorno a rinnovarsi per assumere la “forma Christi”, così da offrire a tutti il Vangelo». Lo Statuto sia oggetto di studio perché dalla mente passi al cuore e si servano i poveri in maniera efficace”.