“Quella che è veramente vedova ha
riposto la speranza in Dio e si consacra
all’orazione e alla preghiera giorno notte…
Una vedova sia iscritta al catalogo
quando abbia la testimonianza
di opere buone: abbia cioè allevato i figli,
praticato l’ospitalità, lavato i piedi ai santi,
sia venuta in soccorso agli afflitti,
abbia esercitato ogni opera di bene”
(Tm 5,5-9 ).
 
“La vedova, pur non avendo il marito con cui abitare, possiede tuttavia Cristo con cui abitare” 

( S. Giovanni Crisostomo )


1. L’Ordo Viduarum è costituito di vedove battezzate e cresimate che scelgono il loro stato di viduità non passivamente, ma con una autentica vocazione per la quale accettano gioiosamente di rimanere nella solitudine per meglio servire:

    - la famiglia,
    - la comunità parrocchiale,
    - la chiesa locale, in particolar modo il Vescovo, i Presbiteri, i Diaconi, e i Seminaristi,

nell’attesa di incontrare Cristo Sposo della Chiesa e lo sposo terreno che le ha precedute nella casa del Padre .

2. I membri di detto Ordine, inseriti o no in gruppi o movimenti ecclesiali, devono a giudizio del Parroco o di un altro Presbitero, aver dimostrato di essere sagge, prudenti, fervorose nella preghiera, caritatevoli.

3. Per l’iscrizione all’Ordine non ci sono limiti di età, purchè si accettino tutte e singole le norme del presente Statuto, nonché del regolamento.

4. I membri dell’Ordine prendono il nome di sorelle e come tali devono comportarsi non solo fra di loro, ma con tutti.

5. Le sorelle dell’Ordine, pur amando tutti nella purezza e nella semplicità suggerite dal Vangelo, si preoccuperanno più da vicino:

    - degli emarginati,
    - dei malati,
    - degli handicappati,

e avranno una particolare devozione verso i ministri ordinati, specialmente se anziani, malati, abbandonati.


6. Esse, dietro approvazione dell’assistente spirituale e della responsabile diocesana, possono emettere, dopo un anno di probandato e uno di noviziato, i voti temporanei di povertà, castità, obbedienza. 
    Nel terzo anno, tali voti potranno diventare perpetui, con consacrazione solenne da parte del Vescovo, nel caso che si sia data per un periodo congruo una fervente testimonianza di preghiera e servizio, nella fedeltà alla Chiesa locale e al suo Vescovo.

7. Reputeranno una grande gioia vivere in povertà, secondo il proprio stato, per cui non disdegneranno di chiedere consiglio anche sull’andamento delle spese al padre spirituale e/o a qualche sorella avveduta che abbia il dono profetico del discernimento.

8. Pur evitando atteggiamenti retrivi di puritanesimo, abbiano in grande onore la castità e siano delicate con il loro corpo e nelle relazioni di amicizia, allontanando ogni tentazione di cedimento a impulsi e sentimenti che non siano improntati a schietta e solare fraternità.

9. L’ubbidienza non sia mai passiva, ma sempre accompagnata dal dialogo e da grande senso di responsabilità. L’ubbidienza è dovuta :


    - al Vescovo,
    - al Parroco,
    - alle Responsabili dell’Ordine.


Le sorelle siano anche docili alle direttive:
    - dell’ assistente spirituale,
    - dell’eventuale Responsabile del proprio gruppo o movimento. 
    - Le sorelle daranno buona testimonianza di fattiva collaborazione con le autorità civili o giudiziarie.

10. L’Ordine desidera essere a servizio della Chiesa locale, e collaborare con il Vescovo, i Presbiteri, i Diaconi, coltivando una grande venerazione per il Vescovo di Roma, successore di Pietro, e preposto alla presidenza della comunione di tutte le Chiese.

11. Oltre alla Responsabile, eletta ogni tre anni da tutte le sorelle, anche quelle che non hanno emesso i voti, l’Ordine avrà una segretaria che stilerà i verbali e curerà la corrispondenza e l’archivio, e una cassiera che curerà i problemi amministrativi.

12. L’Ordine, dovendo vivere in spirito di povertà anche esterna e visibile si impegna a possedere solo, quando è possibile, una casa di incontro-accoglienza che le sorelle saranno felici di mettere a disposizione per la comunità parrocchiale o diocesana, e specialmente per i Presbiteri, i Diaconi e i Seminaristi.
    Inoltre possono scegliere la forma di una volontaria ed evangelica convivenza.

13. Le sorelle dell’Ordine della medesima diocesi si incontreranno mensilmente con il delegato diocesano.


Palermo 23/03/1996

† Salvatore Card. Pappalardo 
Arcivescovo